io non riesco e non voglio separare la musica dalla mia vita
se sento una traccia la associo a qualcosa che mi è accaduto ad un flashback
e mi piace condividere la mia musica con le persone alle quali voglio bene e per me è come fargli vivere una parte della mia vita, portarle dentro di me, dargli una parte di me. la gioia e l’ansia, la commozione e l’amore, la disfatta e il successo. ogni melodia se c’è è un riflesso di ciò che ho vissuto. e da una canzone si parte per discorsi infiniti sulla vita, sul cambiamento, sul desiderio.
e ora le casse esplodono “give me a reason to love you” e i pensieri si accavallano e si intrecciano in ricordi di gioie e di piacere del tempo che è andato.
ultimamente mi capita sempre più spesso di non cercare niente di nuovo ma di dedicarmi a quello che già conosco, forse alla ricerca di emozioni già vissuti, per riconsiderarle con la maturità che mi è propria o magari per rileggerle con un altra testa, quella che ho ora
“it’s a crime i never told about the diamond i your eyes” è la storia di sguardi, di voglie, di passioni che nascono, di piccoli luccichii tra le pupille, di una storia che non c’è stata ma che so, forse ci sarà, forse è sempre stata, forse è solo quello che avrei voluto e che non è stato.
vorrei che le mie bambine con il tempo imparassero a riconoscere alla musica questa forza, la apprezzassero non per la qualità della stessa ma per la capacità evocativa intrinseca.
vorrei che anche loro, come me, decidessero di passare una mattina a casa, solo, ad ascoltare musica e nulla più, cullandosi di quello che si è vissuto e non vivendo di rimpianti.
chissà