dubbio

alzarsi come ogni mattina con la sveglia delle 6.47

accendere la macchina del caffè

e dare il via al solito iter di piegamenti saluti al sole stretching addominali spalle e squat in rapida successione per nove minuti

prendere le tazze apparecchiare la tavola con yogurt cereali biscotti miele pane e marmellata e metter su l’avqua per l’orzo

l’orologio segna ormai le 7.08, posso allungare la mia tazza di caffè con l’acqua e preparare la miscela di yogurt e miele cui aggiungere i cereali

insieme alla ciotola svuoto la prima tazza di caffè e avido di caffeina ne pretendo una seconda

è l’ora di mettersi in moto con il resto della famiglia, chiamo prima la grande, notoriamente più le ta a prepararsi, e poi la seconda, più dolce la mattina e a volte più obbediente

le prime chiamate sono dolci e soffuse, dopo treminuti la minaccia di una sveglia a base di Slayer le obbliga alla posizione verticale

ci siamo, durante il loro pasto il bagno è mio, e anche qui la routine non ammette distrazioni, si fanno le 7.50, ora di scegliere i vestiti valutando attentamente le previsioni meteo e le sensazioni provate aprendo la portafinestra che da sulla resede: ci azzeccheró oggi?

finalmente esco, sono le 8.10, la prima sigaretta accompagna lo scooter che si riscalda, lo inforco e parto, centro o viali? rapida osservazione all’orologio sul cruscotto e al traffico sulla via e la scelta è d’obbligo, centro anche stamani

parcheggio lo scooter dove disponibile, entro con il badge in mano, ok sono in anticipo di un minuto, aspetto il collega e il primo caffè è garantito

da lì in avanti, per otto ore otto, sarà un susseguirsi di telefonate inquiry al pc casi di problem solving scelte sul pranzo e su dove co sumarlo mentre il pomeriggio è alle porte e il pensiero vola ai programmi serali

soliti tentativi di organizzazione logistica, traditi da telefonate o messaggi senza risposte e ci si ritrova a casa che sono le sette passate, la cena il pigiama i denti da lavare il cartone ma non più di quaranta minuti e le nanne, difficili da iniziare, pesanti da proseguire.

ma il dubbio allora quale è?

andare o non andare?

dove è il problema se le giornate da cagliari a milano da roma a firenze sono scandite comunque da ritmi forsennati da routine collaudate dal lunedì al venerdì?

è davvero ancora importante dare una collocazione geografica alle nostre abitudini?

forse è il caso di riappropriarsi dei propri tempi?

si, verrebbe da rispondere, ma come? quando? dove?

3 pensieri su “dubbio

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